Questo è il primo di una serie di post: prima di parlare di ogni singolo fondo vediamo, in maniera semplificata, cosa sono in generale.
I fondi professionali o “fondi paritetici interprofessionali nazionali per la formazione continua”, come li chiama l’articolo 118 della Legge 23 dicembre 2000, n. 388, sono stati istituiti proprio da questo provvedimento e sono organismi di natura associativa che nascono da accordi tra associazioni di datori di lavoro e i sindacati.
Per esempio il fondo più famoso, cioè fondimpresa, nasce da un accordo fra Confindustria e CGIL, CISL, UIL.
Le aziende che hanno dipendenti con un tipo di contratto che prevede il versamento del contributo chiamato “0,30” possono aderire a un fondo interprofessionale e l’INPS che riceve questo contributo obbligatorio lo girerà al fondo in cui si sono iscritti.
Non mi soffermo qui sullo 0,30, che nasce come parte di una legge del 1978 ma è stata cambiata con la riforma Fornero come in parte è stato già detto in un altro post.
La cosa importante da dire è che questo contributo in denaro permette ai fondi di finanziare piani di formazione di vario tipo, che vedremo meglio trattando i singoli fondi.
E, considerato il periodo di crisi, uno strumento di questo tipo è spesso l’unico o quasi che permette la formazione l’aggiornamento professionale in azienda.
Ecco quindi un elenco dei 18 fondi attualmente riconosciuti preso dal sito di CGIL Lombardia. Nei prossimi post analizzeremo fondo per fondo.
Rispetto all’elenco originale ho fatto l’unica modifica di togliere Fondazienda che come detto in un post precedente non è più attivo. Cliccando sul marchio del fondo potete accedere al suo sito ufficiale.
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